Attraverso la risposta ad interpello 3 marzo 2025 n. 39761, il ministero dell’Ambiente ha risposto ad un quesito, posto da Confindustria, inerente agli impianti di pretrattamento di rifiuti urbani indifferenziati. In particolare, il Mase, ha chiarito come un impianto autorizzato a svolgere attività di trattamento meccanico e biologico (impianti Tmb) debba prevedere la stabilizzazione attraverso il trattamento biologico della frazione umida dei rifiuti meccanicamente separati.
Nella sua risposta, il Mase ricorda come gli impianti di gestione dei rifiuti operino in forza di una specifica autorizzazione. L’elemento che distingue il trattamento meccanico dal trattamento meccanico biologico è l’effettuazione, nel secondo caso, di un processo di stabilizzazione dei rifiuti da destinare ai successivi trattamenti di recupero o smaltimento. Dunque, un impianto autorizzato a svolgere attività di trattamento meccanico e biologico deve prevedere necessariamente la stabilizzazione mediante trattamento biologico della frazione umida dei rifiuti separati con il trattamento meccanico.
Inoltre, la pianificazione in materia di rifiuti, che individua l’assetto impiantistico utile a garantire una corretta gestione dei rifiuti, è effettuata dalle Regioni. Spetta quindi all’Autorità che rilascia l’autorizzazione all’impianto Tmb valutare la coerenza della proposta impiantistica oggetto dell’istanza con le previsioni e con le linee strategiche delineate dagli atti di pianificazione, nonché la coerenza della proposta impiantistica con l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti regionale.
Infine, la classificazione di un rifiuto è un onere che spetta al produttore. Per l’attribuzione del pertinente codice dell’elenco europeo dei rifiuti è opportuno fare riferimento alle Linee guida del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Snpa) sulla classificazione dei rifiuti approvate con il decreto direttoriale 47/2021 e integrate dal paragrafo denominato “3.5.9 –Rifiuti prodotti dal trattamento meccanico/meccanico-biologico dei rifiuti urbani indifferenziati”.
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