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Infortuni e malattie professionali nel settore manufatturiero - Opra Lazio
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Infortuni e malattie professionali nel settore manufatturiero

Infortuni e malattie professionali nel settore manufatturiero

Argomento 

SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO

Normative applicabili 

 

Principali contenuti 

Segnaliamo che l’Inail ha reso disponibile una nuova pubblicazione dal titolo Infortuni e malattie professionali nel settore manifatturiero (link a ALTRA DOC: 43632113).

Di seguito presentiamo alcuni degli aspetti principali contenuti nella pubblicazione.

Il settore manufatturiero è uno dei principali settori economici italiani, che ospita un occupato su cinque e di conseguenza è anche il settore a maggior rischio infortunistico. Nel 2023 all’Inail sono stati denunciati 93.346 infortuni.

Nel 2023 il settore si colloca al secondo posto come decessi sul lavoro con 178 casi, anche se con 58 casi in meno rispetto al 2019. I maggiori infortuni e decessi sono collocati nella Fabbricazione di prodotti in metallo (21% e 21%), fabbricazioni dei macchinari (14,2% e 10%) e comparto alimentare (11,7% e 16%).

L’83% degli infortuni denunciati è avvenuto durante l’attività lavorativa, il restante 17% sono infortuni in itinere. In questi dati si registrano differenze di genere: la percentuale di decessi e di infortuni in itinere è maggiore per le donne rispetto agli uomini; la maggior parte delle denunce delle donne arrivano dal comparto alimentare, quelle degli uomini si registrano invece dalla fabbricazione di metalli e macchinari. Inoltre, sono gli uomini a presentare un numero significativamente maggiore di denunce rispetto alle donne, divario particolarmente evidente nelle Isole e nel Sud, dove la componente maschile rappresenta rispettivamente il 95% e l’86% del totale dei casi.

Dal punto di vista territoriale, a denunciare i maggiori casi di infortuni è stato il Nord (75%) in ordine Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, a seguire il Centro (14%) e Mezzogiorno (11%). I casi mortali maggiori registrati riguardano in ordine Lombardia, Veneto e Campania.

La fascia di età più colpita da infortuni riguarda i lavoratori dai 45 ai 59 anni (40%), a seguire quelli tra i 30 e i 44 anni (30,8%), e quelli fino a 29 anni (22,7%). Il maggior numero di decessi è invece registrato nei lavoratori dai 50 ai 64.

Tra gli infortuni del settore manufatturiero la parte del corpo più colpita è la mano (41,0%), seguita da caviglia e piede (12%), con lesioni quali ferite, contusioni e lussazioni. Altra parte del corpo frequentemente infortunata nel comparto della fabbricazione dei prodotti in metallo e dei macchinari sono gli occhi, colpiti da corpi estranei.

Nell’area rischio della banca dati statistica, che mette in relazione il numero degli infortuni con quello degli esposti al rischio in una particolare area geografica, il dato nazionale dell’industria manufatturiera per il 2020-2022 ha un indice pari a 1,01 infortuni indennizzati per inabilità permanente ogni mille addetti, con una diminuzione del 13% rispetto al 2017-2019.

La frequenza delle denunce nel settore manufatturiero è stata altalenante dal 2019 al 2023, con una percentuale minore ottenuta nel 2020, dovuta probabilmente alla riduzione di attività causate dalla pandemia da Covid-19, fino ad arrivare al 2023 con un incremento del 30% rispetto al 2020. Le denunce del 2023 arrivano maggiormente dal Centro Italia, sono state 4.838, a seguire dal Nord-Est, Sud, Nord-Ovest e Isole. Per entrambi i generi vengono maggiormente denunciate le patologie del sistema osteomuscolare, causate principalmente da movimenti ripetitivi, posture forzate e sforzi fisici intensi, seguite da quelle del sistema nervoso e dell’orecchio.

Nel 2023 sono stati presentati 2.200 progetti dalle aziende del manufatturiero per migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, grazie ai finanziamenti a fondo perduto messi a disposizione dall’Inail con i bandi Isi. I progetti riguardavano la riduzione del rischio infortunistico con sostituzione di macchine, la riduzione dei rischi da movimentazione manuale dei carichi ma anche la riduzione del rischio chimico. I settori manifatturieri più propensi a presentare progetti sono stati quelli metalmeccanico (28,4%), della lavorazione delle pietre ornamentali e dei materiali lapidei (23,3%) e della fabbricazione di mobili (15,7%).

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