Featured - Opra Lazio https://opralazio.it Organismo Paritetico Regionale Artigianato Tue, 28 Feb 2023 15:17:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.8.3 https://opralazio.it/wp-content/uploads/2022/01/cropped-icona-32x32.png Featured - Opra Lazio https://opralazio.it 32 32 Piano di emergenza esterna: Aggiornate le linee ministeriali https://opralazio.it/piano-di-emergenza-esterna-aggiornate-le-linee-ministeriali/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=piano-di-emergenza-esterna-aggiornate-le-linee-ministeriali Tue, 28 Feb 2023 15:17:42 +0000 https://opralazio.it/?p=27114 RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI Tipo di provvedimento Direttiva del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare del 7 dicembre 2022 – GU Serie Generale n.31 del 07 febbraio 2023 Normative applicabili decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 – GU Serie Generale n.161 del...

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RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI

Tipo di provvedimento

Direttiva del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare del 7 dicembre 2022 – GU Serie Generale n.31 del 07 febbraio 2023

Normative applicabili

decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 – GU Serie Generale n.161 del 14 lugio 2015 – Suppl. Ordinario n. 38

direttiva 2012/18/UE del 4 luglio 2012 – Gu L n. 197 del 24 luglio 2012

Principali contenuti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con la direttiva 7 dicembre 2022 pubblicata il 7 febbraio 2023, ha aggiornato le “Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e le linee guida per l’informazione alla popolazione e indirizzi per la sperimentazione dei piani di emergenza esterna”.

Il documento pubblicato è stato articolato in 3 allegati:

  • L’allegato 1 fornisce i criteri necessari per l’elaborazione e l’aggiornamento dei Piani di Emergenza Esterna (PEE) degli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, come stabilito all’art21 comma 7 del D.lgs. 105/2015.
  • L’allegato 2 fornisce delle Linee guida per i comuni per lo svolgimento degli adempimenti riguardanti l’informazione alla popolazione
  • L’allegato 3 fornisce le informazioni necessarie per effettuare la sperimentazione dei piani di emergenza esterna per tutti gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante.

Il Piano di Emergenza Esterna (PEE) è il documento con il quale il Prefetto organizza il lavoro protezione civile allo scopo di ridurre gli effetti dannosi di un incidente rilevante che, definito per mezzo del D.Lgs. 105/2015 che recepisce la direttiva 2012/18/UE (cd Seveso III), è un evento che richiede urgenti provvedimenti di difesa per la popolazione e per la tutela dell’ambiente. Queste azioni vengono intraprese andando ad effettuare uno studio sulla base dei possibili scenari di rischio e individuano le zone ove presumibilmente ricadranno tali effetti.

Ogni stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante deve predisporre un PEE che a sua volta è redatto dal Prefetto, dalla Regione e dagli Enti preposti, nelle modalità previste dall’art. 21, comma 10 del D.lgs. 105/2015.

Si rimanda ai documenti ministeriali, accessibili pubblicamente, per i suddetti allegati.

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CORSO OPRA LAZIO 27/02/2023 (valido per aggiornamento annuale RLS/RSPP aggiornamento quinquennale) https://opralazio.it/corso-opra-lazio-27-02-2023-valido-per-aggiornamento-annuale-rls-rspp-aggiornamento-quinquennale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=corso-opra-lazio-27-02-2023-valido-per-aggiornamento-annuale-rls-rspp-aggiornamento-quinquennale Tue, 28 Feb 2023 11:05:42 +0000 https://opralazio.it/?p=27078 https://opralazio.it/wp-content/uploads/2023/02/Opra_Lazio_promo_def_20-02-23.mp4 Precedente Successivo

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UNI ISO 45002: Nuove linee guida sulla salute e sicurezza sul lavoro https://opralazio.it/uni-iso-45002-nuove-linee-guida-sulla-salute-e-sicurezza-sul-lavoro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=uni-iso-45002-nuove-linee-guida-sulla-salute-e-sicurezza-sul-lavoro Mon, 20 Feb 2023 14:12:13 +0000 https://opralazio.it/?p=27049 SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO – SISTEMI DI GESTIONE   La norma UNI ISO 45001:2018, pubblicata il 12 marzo 2018, ha definito gli standard minimi sulla gestione e la protezione della salute dei lavoratori mentre i sistemi di gestione sono in continua evoluzione. In questo contesto,...

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SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO – SISTEMI DI GESTIONE

 

La norma UNI ISO 45001:2018, pubblicata il 12 marzo 2018, ha definito gli standard minimi sulla gestione e la protezione della salute dei lavoratori mentre i sistemi di gestione sono in continua evoluzione. In questo contesto, in data 14 febbraio 2023, è stata pubblicata la norma ISO 45002:2023 che definisce le linee guida generali per l’implementazione della norma in questione.

Lo scopo di questa guida è quello di fornire, anche con esempi reali, le indicazioni su come gestire esigenze specifiche di lavoratori o di gruppi di lavoratori in base a genere ed età, che invece un approccio generico non potrebbe affrontare.

Inoltre, è stato introdotto un approccio alla gestione per la SSL sul concetto di Plan-DoCheck-Act:

  • Pianificare (Plan): determinare e valutare i rischi per la SSL, le opportunità per la SSL e quindi i rischi e altre opportunità che possono influenzare i risultati previsti del sistema di gestione per la SSL e stabilire gli obiettivi e i processi per la SSL necessari per fornire risultati in conformità con la politica per la SSL dell’organizzazione.
  • Fare (Do): attuare i processi come pianificato.
  • Verifica (Check): monitorare e misurare attività e processi in relazione alla politica per la SSL e agli obiettivi per la SSL e riferire i risultati.
  • Agire (Act): intraprendere azioni per migliorare continuamente le prestazioni in materia di SSL per raggiungere i risultati attesi.

 

 

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CORSO OPRA LAZIO 23/11/2022 (VALIDO PER AGGIORNAMENTO ANNUALE RLS/RSPP AGGIORNAMENTO QUINQUENNALE) https://opralazio.it/corso-opra-lazio-23-11-2022-valido-per-aggiornamento-annuale-rls-rspp-aggiornamento-quinquennale/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=corso-opra-lazio-23-11-2022-valido-per-aggiornamento-annuale-rls-rspp-aggiornamento-quinquennale Wed, 23 Nov 2022 15:37:40 +0000 https://opralazio.it/?p=26992 Di seguito foto del corso tenutosi presso l’Auditorium Antonianum Antonianum– Viale Manzoni, 1 – 00185 Roma Massimo Pieroni (RLST OPRA Lazio) con Valerio Pedemonti (Segretario OPRA Lazio)

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Di seguito foto del corso tenutosi presso l’Auditorium Antonianum Antonianum– Viale Manzoni, 1 – 00185 Roma

Massimo Pieroni (RLST OPRA Lazio) con Valerio Pedemonti (Segretario OPRA Lazio)

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AMBIENTE LAVORO – 22° SALONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO – 22 NOVEMBRE 2022 – BOLOGNA https://opralazio.it/ambiente-lavoro-22-salone-della-salute-e-sicurezza-nei-luoghi-di-lavoro-22-novembre-2022-bologna/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ambiente-lavoro-22-salone-della-salute-e-sicurezza-nei-luoghi-di-lavoro-22-novembre-2022-bologna Tue, 22 Nov 2022 19:09:20 +0000 https://opralazio.it/?p=26963 Stefano Fineschi (VicePresidente OPRA Lazio) con tecnici sicurezza (CNA Caf Lazio Srl) e Valerio Pedemonti (Segretario OPRA Lazio)

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Stefano Fineschi (VicePresidente OPRA Lazio) con tecnici sicurezza (CNA Caf Lazio Srl) e Valerio Pedemonti (Segretario OPRA Lazio)

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Prevenzione nei cantieri stradali https://opralazio.it/prevenzione-nei-cantieri-stradali/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=prevenzione-nei-cantieri-stradali Wed, 02 Nov 2022 11:52:30 +0000 https://opralazio.it/?p=26947 Il cantiere stradale è un ambiente di lavoro che presenta una molteplicità di rischi sia per chi ci lavora, sia per coloro che vengono in qualche modo a contatto con l’area dei lavori. La conoscenza dei rischi, la prevenzione, l’informazione e la formazione sono elementi...

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Il cantiere stradale è un ambiente di lavoro che presenta una molteplicità di rischi sia per chi ci lavora, sia per coloro che vengono in qualche modo a contatto con l’area dei lavori. La conoscenza dei rischi, la prevenzione, l’informazione e la formazione sono elementi fondamentali per una cultura della sicurezza che consenta di ridurre concretamente il fenomeno infortunistico. Diamo qui alcuni elementi sui principali rischi per i lavoratori e rimandiamo per la prevenzione a una pubblicazione dell’INAIL.
Un cantiere stradale è rappresentato da un’installazione per l’esecuzione di lavori, per attività che possono riguardare, ad esempio, lavori di ripristino del manto stradale, manutenzione o rifacimento della segnaletica, scavi, manutenzione dell’illuminazione pubblica, passaggio di cavi elettrici telefonici, riparazione e messa a dimora di tubature (gas, acqua, fogne) lavori di pulizia, potatura piante/taglio dell’erba.
Cenni su infortuni e malattie professionali
La cantieristica stradale presenta un’alta incidenza di infortuni. La tipologia più importante è rappresentata dall’investimento da macchine operatrici, con il 74% di tutti gli infortuni mortali ed il 47% dei gravi.
Un’altra tipologia più frequente sono le lesioni acute della colonna dorso lombare da sforzi improvvisi e le ustioni da bitume.
Le malattie professionali prevalenti sono l’ipoacusia da rumore, le malattie osteo-articolari, le artroangiopatie da strumenti vibranti (morbo di Raynaud e di Dupuytren), l’eczema da cemento e le broncopneumopatie da polveri e fumi di bitume.
Negli asfaltisti sono segnalati anche casi di tumore della pelle per l’esposizione a raggi solari e tumori polmonari.
Il cantiere stradale rappresenta un rischio per i lavoratori e per le persone esterne, oltre che per la tipologia dei lavori anche per il traffico stradale nel quale spesso si trova.
In Italia tra il 2013 e 2020 sono stati accertati 830 incidenti stradali con coinvolgimento di pedoni al lavoro sulla carreggiata, protetti (40%) o non protetti (60%) da segnaletica stradale. Si tratta di casi avvenuti prevalentemente in strade urbane e meno frequentemente in strade extraurbane e le autostrade
Fonti normative per “cantieri stradali”
La normativa sui cantieri stradali delinea un quadro abbastanza complesso, principalmente per il fatto che vanno integrate le disposizioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro con quelle relative al Codice della Strada.

  • Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 nuovo codice della strada, s.m.i, che prevede norme relative alle modalità ed ai mezzi per la delimitazione e la segnalazione dei cantieri;
  • P.R. 16 dicembre 1992, n. 495 – Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada.
  • disciplinare tecnico emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 10 luglio 2002.per la rappresentazione di schemi segnaletici differenziati per categoria di strada;
  • Lgs. 81/2008 in materia di salute e sicurezza c.d. T.U. della sicurezza; –
  • Norma UNI EN ISO 20471:2013 – in materia di indumenti ad alta visibilità.
  • I. del 4/03/213 che definisce i “criteri minimi per la posa, il mantenimento e la rimozione della segnaletica di delimitazione e di segnalazione delle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare”. Questo decreto sancisce anche l’obbligo di formazione per preposti e lavoratori addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale, in presenza di traffico veicolare.
  • M. 22/01/2019: Individuazione delle procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare

Principali rischi nei cantieri stradali

 

Per le attività preventive rimandiamo alle “schede di rischio” tratte dalla pubblicazione dell’Inail “La sicurezza sul lavoro nei cantieri stradali” ed. 2011. Per la segnaletica: “La segnaletica temporanea per cantieri stradali” Inail 2022

 Le schede di rischio citate sono organizzate nei seguenti paragrafi:

Descrizione sintetica del rischio e del danno potenziale

Norme di comportamento

Le schede presenti sono le seguenti:

  • Investimento da parte di mezzi in movimento all’interno o in zone limitrofe al cantiere o da parte di grossi organi in movimento delle macchine per movimento terra
  • Macchine ed attrezzature
  • Cadute dall’alto ed in profondità
  • Cadute in piano
  • Folgorazione
  • Seppellimento
  • Caduta materiali dall’alto – urto con il materiale movimentato
  • Caduta di materiali in fase di movimentazione e di stoccaggio
  • Lavori in ambienti confinati
  • Proiezione di sassi
  • Movimentazione manuale dei carichi
  • Ustioni, abrasioni e tagli
  • Procedure di Pronto Soccorso
  • Rumore
  • Vibrazioni
  • Agenti chimici
  • Polveri
  • Condizioni climatiche – radiazioni solari

 

Le schede descritte sono molto utili e chiare e possono essere un utile sussidio per la formazione dei lavoratori.

Diamo di seguito i link delle due pubblicazioni:

Inail- Cantieri stradali: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-la-sicurezza-sul-lavoro-nei-cantieri-stradalipdf.pdf

 

Inail- La segnaletica temporanea per cantieri stradali: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbl-segnaletica-temp-cantieri-stradali-2022.pdf

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Repertorio nazionale degli organismi paritetici https://opralazio.it/repertorio-nazionale-degli-organismi-paritetici/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=repertorio-nazionale-degli-organismi-paritetici Wed, 02 Nov 2022 11:21:28 +0000 https://opralazio.it/?p=26934 Repertorio nazionale degli organismi paritetici  Con Decreto Ministeriale n.171 dell’11 ottobre, è stato istituito il Repertorio nazionale degli organismi paritetici. L’istituzione del Repertorio va a colmare una mancanza decennale, che ha creato una situazione di confusione generale, con organismi paritetici inventati, costituiti da associazioni di...

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Repertorio nazionale degli organismi paritetici

 Con Decreto Ministeriale n.171 dell’11 ottobre, è stato istituito il Repertorio nazionale degli organismi paritetici. L’istituzione del Repertorio va a colmare una mancanza decennale, che ha creato una situazione di confusione generale, con organismi paritetici inventati, costituiti da associazioni di datori di lavoro e dei lavoratori, di fantasia. Questo con effetti negativi per le attività formative, con il rilascio attestati senza attività reali di formazione.

Il “repertorio” era previsto dall’art, 51 del Dlgs 81/08 Il Ministero del lavoro istituisce il repertorio degli organismi paritetici, previa definizione dei criteri identificativi, sentite le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale per il settore di appartenenza

Nella tabella che segue indichiamo i requisiti principali per essere iscritti nel repertorio e verifichiamo i requisiti di OPRA Lazio:

 

Il Decreto contiene, inoltre, le modalità di presentazione della domanda di iscrizione, per gli Organismi Paritetici, l’elenco dei documenti richiesti e la modalità della loro trasmissione. Entro 90 giorni dalla presentazione dell’istanza al Ministero del Lavoro, se con parere positivo, l’Organismo Paritetico sarà inserito in elenco.

Come emerge dalla tabella, Opra Lazio è un Organismo Paritetico, che rientra pienamente nei parametri stabiliti dal Ministero del Lavoro, e che sarà pertanto inserito nel “repertorio nazionale”.

Si spera che questo metta fine alla proliferazione e dell’esercizio delle funzioni di pseudo-organismi che fino ad oggi hanno svolto compiti e attività, operando in regime di illiceità.

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Tumori professionali: la situazione in Italia https://opralazio.it/tumori-professionali-la-situazione-in-italia/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=tumori-professionali-la-situazione-in-italia Mon, 03 Oct 2022 09:45:23 +0000 https://opralazio.it/?p=26894 I tumori di origine professionale sono in aumento. I casi, riconosciuti da INAIL sono inferiori rispetto ai casi reali. Questo dato è confermato anche confrontando i dati con altre nazioni europee. I casi indennizzati dall’ Inail, sono solo il 5% delle tecnopatie, ma rappresentano il...

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I tumori di origine professionale sono in aumento. I casi, riconosciuti da INAIL sono inferiori rispetto ai casi reali. Questo dato è confermato anche confrontando i dati con altre nazioni europee. I casi indennizzati dall’ Inail, sono solo il 5% delle tecnopatie, ma rappresentano il 90% dei casi mortali determinati da malattie professionali.

 Sono considerati “professionali” i tumori nella cui genesi, l’attività lavorativa ha agito come causa o concausa. Più della metà, tra gli agenti chimici, fisici e i processi industriali classificati come cancerogeni (IARC), sono presenti negli ambienti di lavoro, o lo sono stati in passato. L’esposizione a uno o più di questi agenti durante l’attività lavorativa può quindi determinare l’insorgenza di un tumore di origine professionale.

La frazione di tumori attribuibile alle esposizioni professionali nelle nazioni industrializzate, considerando insieme uomini e donne, è dell’ordine del 4-5%.

Secondo la Iarc (International agency for research on cancer), il cancro provoca annualmente tra la popolazione mondiale oltre 8 milioni di morti e le previsioni sull’incidenza e sulla mortalità risultano in forte crescita.  In Europa, si calcolano, tra i 60 mila ed i 100 mila lavoratori deceduti in un anno a causa di neoplasie. In Italia si stima che ogni anno vi siano circa 10.000 nuovi casi di “tumori professionali”. Tale quota è importante, anche se molto inferiore rispetto a quella attribuibile al fumo di tabacco, che da solo è responsabile del 25-40% dell’insieme dei tumori.

l’INAIL ha riconosciuto mediamente poco più di 1000 casi all’anno di tumori professionali. Esiste quindi una forte sottostima del fenomeno, per cui va “perduto” il 90% dei tumori attribuibili alle esposizioni sul luogo di lavoro.

Le cause di questa sottostima si possono così riassumere:

  1. I tumori professionali sono clinicamente indistinguibili rispetto alle altre neoplasie.
  2. Il periodo di induzione-latenza (l’intervallo di tempo che intercorre tra l’inizio dell’esposizione a cancerogeni e la manifestazione clinica del tumore) è generalmente superiore a 10 anni.
  3. Per il clinico non è usuale né agevole la raccolta di una dettagliata anamnesi lavorativa, in cui siano individuate le esposizioni a cancerogeni.
  4. Non sempre i medici prestano la dovuta attenzione agli aspetti medicolegali connessi al riconoscimento delle malattie professionali.

 

Per l’Italia, la banca dati statistica dell’Inail, riporta che nel quinquennio 2012/16 i tumori sono pari al 5,25% delle tecnopatie ma causano il 95% delle morti per malattia professionale, così come sono preponderanti nel determinare i gradi più elevati di inabilità permanenti.

Quindi, le neoplasie, sono le malattie professionali a maggior gravità.

 

Principali tumori professionali

Distribuzione dei Tumori di origine professionale (Fig.1)

La metà delle neoplasie professionali sono quelli della pleura e del peritoneo. Un quarto quelle all’apparato respiratorio

La distribuzione dei tumori per settori di attività ricalca, in termini di valori assoluti, le stime sugli esposti ad agenti cancerogeni presenti in letteratura.

Come si evidenzia in fig, 1, le neoplasie della pleura e peritoneo e quelle dell’apparato respiratorio costituiscono quasi l’80% di tutti i tumori di origine lavorativa

 

Tumori e settori professionali

 

Tumori maligni della pleura e del peritoneo – settori economici maggiormente

associati alla malattia, in base al valore del PRR (anni di segnalazione 1999 – 2012)

 

PRR (proportional reporting ratio) Peso di uno specifico tumore sul totale delle malattie professionali di quel settore

 

L’analisi per il principale tumore professionale, quello della pleura e del peritoneo, evidenzia che nei trasporti marittimi e per vie d’acqua, e in costruzione di altri mezzi di trasporto, l’associazione sia maggiore rispetto ad altri settori.

Quindi i mesoteliomi hanno una forte associazione con i settori produttivi legati alle navi, sia in termini di trasporto che di costruzione. Questi tumori sono associati soprattutto all’esposizione all’amianto, materiale usato in passato per la coibentazione delle navi.

Per i tumori maligni dell’apparato respiratorio i comparti maggiormente associati alla malattia sono:

l’estrazione di minerali metalliferi e, a seguire, la – produzione di metalli e di leghe di metalli – i -trasporti marittimi e per vie d’acqua.

 

Associazioni tra tumori professionali ed i settori, in base al valore del PRR (anni 1999 – 2012)

(Banca dati MalProf – casi con nesso positivo)

Osservando tutte le associazioni tra tumori professionali e settori economici si notano altri valori elevati del PRR: l’associazione tra la preparazione e concia del cuoio, sellerie e calzature ed i tumori maligni delle cavità nasali; lo stesso tipo di tumori è molto legato anche all’industria del legno ed alla fabbricazione di mobili; inoltre, i tumori maligni della pelle sono fortemente associati al settore dell’agricoltura

Per quanto riguarda i tumori maligni dell’apparato respiratorio, i comparti coinvolti sono: l’estrazione di minerali metalliferi e la produzione di metalli e loro leghe. Per tali tumori sono associati ad agenti cancerogeni che vanno da alcuni metalli (arsenico, nichel e cromo) all’amianto e all’esposizione a radon rilevabile in rocce e suoli.

I tumori maligni della pelle fortemente associati al settore dell’agricoltura richiamano al fattore di rischio costituito dall’esposizione alla radiazione ultravioletta solare.

Iniziative Europee

Istituzioni internazionali sottolineano l’importanza delle misure preventive e protettive per la riduzione delle esposizioni lavorative a sostanze cancerogene. In tale quadro l’Unione europea (UE) ha intrapreso azioni a carattere normativo per orientare le politiche degli Stati membri. Una comunicazione della Commissione europea del 2009 fissa l’obiettivo per tutti gli Stati membri di dotarsi di piani nazionali integrati di lotta contro il cancro, in modo da ridurre il fenomeno del 15% “entro il 2020”. Inoltre, attraverso le direttive quadro 89/391 CE e 2004/37 CE vengono stabilite le regole cardine a cui attenersi per la protezione dei lavoratori dagli agenti cancerogeni. I Paesi membri hanno poi la possibilità di adottare valori limite nazionali più bassi rispetto a quelli fissati dall’UE.

 

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Indagine UE sull’esposizione dei lavoratori a fattori di rischio cancerogeno in Europa (Workers’ exposure survey on cancer risk factors in Europe) https://opralazio.it/indagine-ue-sullesposizione-dei-lavoratori-a-fattori-di-rischio-cancerogeno-in-europa-workers-exposure-survey-on-cancer-risk-factors-in-europe/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=indagine-ue-sullesposizione-dei-lavoratori-a-fattori-di-rischio-cancerogeno-in-europa-workers-exposure-survey-on-cancer-risk-factors-in-europe Mon, 03 Oct 2022 09:02:08 +0000 https://opralazio.it/?p=26891 L’Unione Europea, visto l’aumento dei casi di tumori professionali, ha messo in atto un’indagine conoscitiva in 6 paesi europei, per individuare misure preventive atte a ridurre l’esposizione ad agenti cancerogeni. E’ entrata nel vivo nel 2022, con 25000 interviste ai lavoratori, in sei paesi europei...

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L’Unione Europea, visto l’aumento dei casi di tumori professionali, ha messo in atto un’indagine conoscitiva in 6 paesi europei, per individuare misure preventive atte a ridurre l’esposizione ad agenti cancerogeni.

E’ entrata nel vivo nel 2022, con 25000 interviste ai lavoratori, in sei paesi europei (Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda e Spagna). l’indagine progettata dall’UE nel 2017, per reperire dati sull’esposizione dei lavoratori ad agenti cancerogeni, i cui risultati finali, saranno noti nel 2023

Il cancro è un’importante causa di malattie professionali e di decessi legati al lavoro nell’Unione europea.

La malattia può avere molteplici cause, tuttavia, è evidente che una serie di fattori di rischio, legati al lavoro contribuiscono allo svilupparsi di patologie cancerogene. Ridurre o addirittura eliminare fattori di rischio. che possono contribuire al cancro è un compito fondamentale per i datori di lavoro, gli operatori sanitari e di sicurezza e le autorità Pubbliche. Uno degli obiettivi principali dell’indagine è trovare dati e elementi per “proteggere meglio i lavoratori contro il cancro correlato al lavoro”, trovare e indicare misure preventive pratiche.

Venticinque mila lavoratori, dei sei paesi citati, sono invitati a rispondere a domande incentrate sulle loro attività quotidiane e il loro lavoro. Le interviste si concentrano sull’esposizione dei lavoratori a fattori di rischio. tra cui amianto, benzene, cromo, gas di scarico del diesel, nichel, polvere di silice, radiazioni UV, polvere di legno e altri.

L’indagine cerca inoltre di fornire informazioni che potrebbero contribuire all’aggiornamento della legislazione dell’UE, in particolare per quanto riguarda la preparazione di possibili future proposte di modifica della direttiva sugli agenti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione.

 

Inoltre, questa iniziativa dovrebbe contribuire alle azioni in materia di SSL del Piano europeo contro il cancro “Il piano europeo di lotta contro il cancro punta a ridurre l’onere che il cancro impone ai pazienti, alle loro famiglie e ai sistemi sanitari. Affronterà le disuguaglianze in materia di cancro tra gli Stati membri e al loro interno con azioni di sostegno, coordinamento e integrazione degli sforzi degli Stati membri.

Visto che ogni anno a 3,5 milioni di persone nell’UE viene diagnosticato il cancro e ogni anno i morti di tumore sono 1,3 milioni. Oltre il 40% dei casi di cancro può essere prevenuto. Senza invertire le attuali tendenze, il cancro potrebbe diventare la principale causa di morte nell’UE”.

Negli obbiettivi del “del quadro strategico sulla salute e sicurezza sul lavoro” dell’Unione europea 2021-2027” che definisce le azioni chiave necessarie per migliorare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei prossimi anni, troviamo: “l’aggiornamento delle norme UE sulle sostanze chimiche pericolose per combattere il cancro, le malattie riproduttive e respiratorie”

 

Fasi dell’indagine:

 

2017

Studio di fattibilità su un’indagine per valutare l’esposizione dei lavoratori agli agenti cancerogeni, utilizzando uno strumento innovativo per valutare l’esposizione professionale (Occupational Integrated Database Exposure Assesment System, OccIDEAS).

 

2020

Sono iniziati i lavori preparatori per individuare i paesi in cui l’indagine sarebbe stata inizialmente svolta e avviare i primi passi per la preparazione della metodologia e l’adattamento del modello australiano al contesto europeo, utilizzando la stessa applicazione dell’indagine australiana (OccIDEAS).

 

2021 e 2022

Nella primavera del 2022 è stato effettuato un test pilota. L’indagine è sul campo sarà effettuata da settembre 2022 a gennaio 2023 in sei Stati membri dell’UE: Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda e Spagna. Intervistatori qualificati chiameranno i lavoratori sul loro cellulare per completare quasi 25.000 questionari.

 

2023 e 2024

La pubblicazione dei primi risultati è prevista per la fine del 2023. I risultati dell’indagine saranno integrati da analisi secondarie che prevedono approfondimenti su temi specifici. A seguito di una valutazione, verranno prese decisioni per espandere l’indagine a più paesi e ad ulteriori fattori di rischio.

 

 

 

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Gestire i rischi psicosociali nelle micro e piccole imprese europee https://opralazio.it/gestire-i-rischi-psicosociali-nelle-micro-e-piccole-imprese-europee/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=gestire-i-rischi-psicosociali-nelle-micro-e-piccole-imprese-europee Wed, 07 Sep 2022 09:58:10 +0000 https://opralazio.it/?p=26883 L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha pubblicato (04 Aprile 2022) un documento che analizza la gestione del rischio psicosociale delle micro e piccole imprese europee. Il carico di lavoro elevato, la pressione del tempo e una clientela sempre più esigente...

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L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha pubblicato (04 Aprile 2022) un documento che analizza la gestione del rischio psicosociale delle micro e piccole imprese europee. Il carico di lavoro elevato, la pressione del tempo e una clientela sempre più esigente sono i rischi psicosociali più comuni per le piccole imprese. La COVID-19 ha anche avuto un impatto negativo sulle vite dei lavoratori e sulle imprese. A complemento dei risultati dell’indagine ESENER 2019, questa relazione esamina le modalità con cui le micro e le piccole imprese gestiscono i rischi psicosociali nuovi ed emergenti. L’obiettivo principale di questo studio era esaminare come le micro e piccole imprese (MSE) gestiscono i rischi psicosociali in vasi paesi della UE

Analizzare come la gestione del rischio psicosociale è modellata dal contesto in cui operano le imprese, considerando le attività delle istituzioni, il contesto normativo nazionale, i fattori economici e le questioni relative al lavoro.

Metodologia di intervento.

Lo studio si è svolto in sei Stati membri dell’UE: Danimarca, Germania, Spagna, Croazia, Paesi Bassi e Polonia. Il campione in ogni stato è stato selezionato in base al tipo di attività, della produttività e delle prestazioni aziendali e della numerosità delle micro e piccole imprese.

Per ciascuno di questi sei paesi è stato sviluppato un documento al fine di definire il contesto normativo nazionale per la gestione dei rischi psicosociali e descrivere le azioni intraprese a livello nazionali per incoraggiare l’adozione di misure di gestione del rischio psicosociale da parte delle aziende.

In pratica si sono analizzate in ogni paese le strategie relative alla sicurezza e salute sul lavoro (SSL) e alla gestione e valutazione del rischio psicosociale, obiettivi e traguardi nella gestione del rischio psicosociale, monitoraggio e valutazione delle attività intraprese. Inoltre, sono state prese in considerazione le attività di vigilanza e in particolare i piani di controllo e ispezione delle micro e piccole imprese.

Lavoro sul campo

Per ottenere informazioni sulla pratica attuale di come le MSE gestiscono il rischio psicosociale nei sei paesi, lo studio ha condotto un programma di ricerca sul campo basato su 40 interviste, a un manager e un lavoratore di 20 stabilimenti in ogni paese. Le interviste hanno analizzato i seguenti punti:

  • I collegamenti tra e l’impegno generale della direzione aziendale per la SSL e la gestione del rischio psicosociale
  • Livello di consapevolezza dei fattori di rischio psicosociali presenti e obbligo di gestirli.
  • La portata delle misure e delle procedure di gestione del rischio psicosociale in atto.
  • L’entità delle risorse dedicate e il grado di partecipazione dei lavoratori.
  • Ostacoli e fattori determinanti per la gestione del rischio psicosociale nelle MSE e di quale supporto avrebbero bisogno, inclusa la disponibilità e la qualità (se utilizzate) di competenze e orientamenti esterni.
  • I legami tra cultura del posto di lavoro, produttività, assenteismo e presenzialismo e approcci alla gestione psicosociale.

Conclusioni e punti importanti della ricerca

I rischi psicosociali segnalati più frequentemente in tutti i paesi e settori nelle MSE in questo studio sono stati l’elevato carico di lavoro, i ritmi di lavoro e la pressione di “clienti esigenti”. Nei paesi in questo studio che hanno uno status economico più debole, come la Croazia e la Polonia, i lavoratori erano più propensi a menzionare come fattore di stress “la paura di perdere il lavoro”. Nei paesi con un’economia più forte e un livello di consapevolezza più elevato dei rischi psicosociali, come la Danimarca, gli intervistati hanno segnalato rischi psicosociali più sfumati come la mancanza di un lavoro appagante o scarse relazioni sociali sul posto di lavoro.

Lo studio ha messo in evidenza come negli stati con economia più debole e scarsa l’attenzione ai rischi psicosociali, le micro e piccole imprese hanno problemi nella gestione di questo tipo di rischio.

Gli sviluppi legislativi nazionali hanno un ruolo nell’ influenzare la gestione dei rischi psicosociali e possono essere uno dei fattori che contribuiscono alla maturazione della gestione di questi rischi nelle SME. La dimensione aziendale gioca un ruolo significativo in tutti gli ambiti legati alla gestione dei rischi psicosociali, con le microimprese svantaggiate a causa di fattori quali il livello delle risorse, i limiti alla disponibilità del personale e la mancanza di procedure formali.

Le microimprese hanno quindi bisogno di ulteriore aiuto e sostegno sia economico sia di consulenza da parte dello Stato delle Associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro e delle organizzazioni per la tutela della SSL.

In relazione alla gestione dei rischi psicosociali, lo strumento principale utilizzato dalle aziende in questo studio è consentire ai lavoratori flessibilità in modo di adattare, per quanto possibile, il lavoro, alle proprie esigenze personali. Quindi le aziende più avanzate hanno consentito e organizzato una maggiore flessibilità nel modo in cui i lavoratori organizzano i propri compiti e l’orario di lavoro.

Questo elemento di controllo sull’organizzazione del lavoro e sul contenuto delle attività, ove possibile, è un fattore riconosciuto nella riduzione dello stress sul lavoro.

La cultura aziendale gioca un ruolo importante nel determinare se i rischi psicosociali possono essere discussi dai lavoratori senza un senso di stigma e vergogna, difficile da estirpare, anche in culture molto aperte e informali. Le aziende dovrebbero quindi, essere aiutate per sviluppare adeguati supporti (consulenza sociopsicologica), che consentano ai lavoratori di poter parlare apertamente di qualsiasi problema di salute mentale. che hanno e per i quali viene offerto loro un supporto adeguato Azioni come l’organizzazione di seminari sulla questione della salute mentale, la formazione dei dirigenti di linea sull’affrontare i problemi di salute mentale e la fornitura di una linea di assistenza riservata potrebbero contribuire a costruire una cultura più aperta. Il COVID-19 ha effettivamente dato un contributo alla sensibilizzazione sui problemi di salute mentale, con una discussione su questo più importante negli ultimi due anni. Questa potrebbe essere una buona base su cui costruire una consapevolezza duratura dei problemi di salute mentale.

Questo studio rivela che spesso sono le personalità dei datori di lavoro o dei manager e il loro tipo di leadership a definire l’approccio di un’organizzazione ai rischi psicosociali, inclusa l’identificazione e la consapevolezza di tali rischi. I manager che cercano di rimanere in contatto con i lavoratori, avendo conversazioni regolari, tenendo riunioni di squadra e cercando di incoraggiare le persone ad aprirsi, ottengono buoni risultati migliorando il clima aziendale. L’efficacia di questa “dimensione umana” dipende dal responsabile e non tanto dai sistemi in cui opera.

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